Gruppi Balint Modena
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Formazione psicologica Balint per medici, personale sanitario e/o impegnato nella relazione di aiuto,
vedi: www.amigb.it, affiliato a IBF international
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facebook.com17 marzo a Milano, c/o Ordine dei Medici, giornata promossa dall’AMIGB per attività di Gruppi Balint.
Da: The International Balint Federation paulsackin@waitrose.com Oggetto: IBF Council meeting with Champagne Data: 09 febbraio 2018 19:28 A: annadellacasa2@gmail.com Is this email not displaying correctly? View it in your browser. IBF Council Meeting and Balint Conference May 25-27 2018 Come to Reims, France, the heart of champagne country Dear All, The French Balint Society (SMB) is organising the next Council meeting and conference. Full details are here. This is the programme and here is the registration form. It looks to be a great meeting and I hope to see lots of you there. Best wishes, Paul paulsackin@waitrose.com | friend on Facebook | forward to a friend Copyright © 2018 The International Balint Federation - Paul Sackin, Secretary, All rights reserved. You are receiving this email because of your attendance at an IBF meeting, being an officer of a member society or having opted in at our website. Our mailing address is: The International Balint Federation - Paul Sackin, Secretary Mail Stop F-496, Academic Office 1 Mail Stop F-496, Academic Office 1 12631 East 17th Avenue Aurora, Colorado 80045 Add us to your address book unsubscribe from this list | update subscription preferences 
IBF Council Meeting and Balint Conference May 25-27 2018 Come to Reims, France, the heart of champagne country
Con Don Nease, attuale Presidente dell'International Balint Federation, alla cena di chiusura del Congresso.
Michael Watson (USA) Elizabeth Hamilton (Australia) e Nuphar Vinegrad (Israele) vincitori del premio Ascona per i giovani specializzandi in MG
Keble College hosting the 20th International Balint Congress
Keble College, sede del 20 •Congresso Balint a Oxford: Exploring Diversity
Oxford, 20• Congresso Internaz.le Balint Keble College Oxford: Balint Theory and Practice: Exploring Diversity
Sulla formazione alla relazione terapeutica, dal punto di vista psicologico, secondo la metodologia dei “Gruppi Balint” Rivolta in particolare ai medici: di famiglia, specialisti, anche dell’ambito psichiatrico e agli psicoterapeuti, con estensione o adattamento anche alle diverse professioni sanitarie di complemento. Il coinvolgimento emotivo che caratterizza il lavoro con i pazienti, rende molto spesso faticosa la conduzione dei numerosi ed impegnativi rapporti personali con questi, provocando facilmente difficoltà e confusione di fronte alla necessità di operare le scelte terapeutiche appropriate, oltre ad appesantire offuscando e talvolta impedendola, anche la lucidità nel momento diagnostico. L’efficacia dell’intervento terapeutico da parte del medico (o terapeuta in genere), è correlata non solo al bagaglio tecnico scientifico che egli possiede ed aggiorna, ma anche alla capacità di stare in relazione con i propri pazienti e alla consapevolezza delle dinamiche emotivo-affettive che caratterizzano la richiesta di cura da un lato, e l’esigenza di offrire una risposta competente e responsabile dall’altro. La richiesta che il paziente porta, dovrebbe idealmente tradursi in un affidamento fiducioso e collaborativo, ma il più delle volte è sostenuta da timori, diffidenza, angosce, o anche intrisa di protesta e aggressività, di deleghe pesanti o aspettative di onnipotenza. Ne consegue che la condizione che si crea per il terapeuta, è quella di un’incalzante e stressante necessità di sintonizzarsi su tonalità emotive che si succedono, intense e diverse, rivolte a quell’unico strumento di ri-sonanza che è la personalità del medico. La capacità di rispondere adeguatamente alla richiesta può essere facilmente compromessa, generando in chi cura frustrazione e risentimento. Il coinvolgimento che, nelle sue caratteristiche dinamiche sia consce che inconsce complica la relazione, può trasformarsi invece in uno strumento facilitatore nella relazione, se riconosciuto e consapevolmente gestito. Una comunicazione che funziona in modo corretto crea le migliori condizioni possibili per poter poi applicare i propri strumenti di cura. La possibilità di integrare pazientemente le conoscenze teoriche e tecniche con una migliore competenza relazionale, passa attraverso conquiste progressive, non di carattere teorico-didattico, ma si avvale comprensibilmente di apprendimenti esperienziali finalizzati ad una miglior conoscenza di sé e del proprio funzionamento, cioè ad un uso più efficace del primo farmaco che ogni terapeuta somministra al paziente e cioè se stesso. La formazione professionale che si propone di aiutare il medico/terapeuta ad entrare in familiarità con il dato psicologico della relazione di aiuto, ha una tradizione particolare e specifica nell’utilizzo dei “Gruppi Balint”: uno strumento di derivazione psicoanalitica concepito già negli anni ’50 da Michael Balint, medico e poi psicoanalista presso la Tavistock Clinic di Londra; l’intento in origine, era quello di fornire ai medici l’opportunità di integrare le loro competenze teorico-scientifiche con una maggior consapevolezza della componente psicologica delle relazioni di cura. Un supporto che, considerata l’azione usurante di queste ultime, ha rappresentato da subito un utile contributo alla prevenzione del burnout. Secondo i criteri tecnico-teorici dell’ International Balint Federation che ha avuto M. Balint come iniziatore e ne prosegue l’attività, la metodologia prevede: La conduzione del gruppo da parte di un leader riconosciuto e accreditato dalla Federazione stessa, e formato attraverso il training previsto da statuto; lavoro in piccoli gruppi (massimo 10-12 professionisti) che, secondo un progetto di incontri regolari, si riunisce per la discussione di casi presi dalla realtà clinica della pratica ordinaria: non tanto secondo l’ottica più consueta di supervisione didattica, o di consulti diagnostici, quanto per approfondire la conoscenza del proprio funzionamento psicologico da parte dei partecipanti. Il gruppo diventa lo strumento che, attraverso l’ascolto del racconto e delle sensazioni percepite da ciascuno, successivamente ri-flette/ ri-specchia, rimandandola agli altri e al presentatore del caso, l’immagine che ha colto nello scambio tra terapeuta e paziente, nel caso che è stato raccontato. L’interscambio che segue, col confronto tra le letture offerte da ciascun partecipante, costituisce il secondo momento di lavoro, di discussione e indagine insieme al conduttore del gruppo, allo scopo di far emergere gli aspetti psicologici della relazione osservata. Secondo i criteri a cui si ispira il metodo Balint, il gruppo addestra a: • migliorare l’ascolto • identificarsi con l’altro (in entrambe le componenti della relazione, sia terapeuta che paziente) per comprendere meglio il senso spesso sotteso alla richiesta di cura; • a riconoscere più prontamente ( o anche preventivamente..) i propri limiti, per imparare anche a mettere in atto in modo consapevole opportune strategie difensive, di fronte a situazioni eccessivamente stressanti; • imparare a convivere con i dubbi anziché rimbalzarli, mascherati da formule liquidatorie, sui pazienti, ma riconoscendoli come limiti umani e non come odiose ferite al proprio narcisismo. • constatare che anche i colleghi hanno le stesse difficoltà, ma il medesimo interesse a condividerle e ad affrontarle. • gestire meglio le proprie reazioni emotive e affettive per poter fornire una risposta terapeutica più efficace. • affinare la capacità diagnostica nell’area somatopsichica aiutando anche il paziente a far chiarezza sulla complessità dei sintomi. L’aspetto costruttivo che può scaturire sul piano emotivo da questo tipo di addestramento, si fonda comprensibilmente sul dato di ‘umanita’ comune ad entrambi, medico e paziente: pazienti entrambi. La dimensione di “paziente” si addice al curante, poichè lo “cura” rimandandolo ai limiti della cura stessa. Tutto questo contribuisce al consolidamento di una identità professionale più equilibrata, più consapevole, meglio capace di reggere le frustrazioni e giudicare il proprio operato in modo leale e realistico, a vantaggio anche del benessere del paziente. L’attività psicologica di formazione è comunque centrata sulla relazione e non rivolta ai partecipanti come persone; accade verosimilmente che i essi ne ricavino, pur se indirettamente, anche beneficio sul piano personale e privato. Dr.ssa Anna Della Casa Psicoanalista , membro ordinario A.I.P.A. Socio e Leader accreditato I.B.F (incaricata Italia relazioni con l’I.B.F.) ( balintinternational.com )
Il Gruppo BALINT I “Gruppi Balint” sono gruppi di addestramento al rapporto medico-paziente che, coerentemente alle basi teoriche di riferimento; • sono rivolti a medici di base, ospedalieri e specialisti (non sono ammessi solo gli specialisti in psichiatria, psicologia e gli psicoanalisti che possono fruire gruppi a loro dedicati); • hanno lo scopo di formare il singolo medico (sono esclusi fini sociali, sindacali, politici diretti, come pure fini di addestramento specialistico in senso stretto); • si propongono di formare il medico al rapporto con il paziente in modo tale da utilizzare il rapporto stesso come “valido strumento” sia sul piano umano che terapeutico (sono pertanto esclusi fini diretti di addestramento psicologico personale); • il lavoro viene svolto come lavoro di gruppo centrato sulla presentazione di un caso clinico e sulla sua discussione sotto la guida di un leader; • per il funzionamento ottimale del gruppo deve essere rispettato il numero tecnico; • ogni gruppo svolge il lavoro in modo autonomo, sotto la guida del leader che deve avere una formazione psicologica specifica; • la formazione proposta ai medici non si basa sulla conoscenza e lo studio di testi tecnici, ma sull’esperienza vissuta nel gruppo e nelle situazioni abituali di rapporto tra medico e paziente; • l’intervento del leader è un intervento tecnico e come tale viene retribuito, l’ammontare della retribuzione è una questione interna di ogni gruppo L’Associazione pubblica un bollettino con le informazioni per i soci, articoli scientifici e tutte le notizie inerenti l’attività Balint. Promuove incontri, giornate di studio e altre iniziative volte a raggiungere i fini previsti dallo Statuto. Contribuisce alle attività gestionali e organizzative della International Balint Federation. Dal 1988 accoglie una “Sezione Formatori” che opera in armonia con le norme statutarie dell’ AMIGB pur nell’assoluto rispetto delle due specifiche identità e della rispettiva autonomia.