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Dottor Mio Dermatologo e Medico estetico

Corso buenos aires 36, Milan, Italy
Dermatologist

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Medico chirurgo specialista in dermatologia e malattie veneree ; esperto di medicina estetica e trattamenti  

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CHE COS'È LA SIFILIDE? La sifilide, detta anche Lue, è una complessa patologia infettiva sessualmente trasmissibile (MTS). È causata da un batterio chiamato Treponema Pallidum, importato dalle Americhe dopo i primi viaggi degli spagnoli per la conquista delle Nuove Terre. Durante il Novecento l’incidenza della malattia si è abbassata notevolmente grazie alla disponibilità di metodi diagnostici e al trattamento con antibiotici; ma negli ultimi anni l'incidenza è aumentata anche nei Paesi occidentali. Sono circa 12 milioni i nuovi casi nel mondo e tra le malattie sessualmente trasmesse è tra le più letali, superata solo dall’Aids per numero di vittime. COME AVVIENE IL CONTAGIO? La sifilide si trasmette attraverso piccole ferite e ulcere che si creano a livello genitale, rettale e della bocca a seguito di un contatto di tipo sessuale. Se a infettarsi è una donna incinta, c'è il rischio che trasmetta la malattia al feto; in questo caso si parla di sifilide congenita. Il feto, a causa del contagio, rischia la morte in utero oppure, se si salva, potrebbe nascere già infetto. I sintomi del contagio alle volte si manifestano solo qualche tempo dopo la nascita. La sifilide aumenta il rischio di trasmissione dell'HIV da due a cinque volte ed è per questo che è frequente che una persona infetta da sifilide abbia anche contratto l'HIV. QUAL È IL DECORSO DELLA MALATTIA? La malattia si sviluppa in tre fasi: La sifilide primaria che insorge dopo 10-90 giorni (in media dopo 20 giorni) dal contagio, con la comparsa di un nodulo ulcerato chiamato “sifiloma”, proprio nel punto in cui è avvenuta l’infezione batterica. In genere, questa lesione si presenta tondeggiante, non molto grande e non dolente. Guarisce nel giro di qualche settimana e, se non trattata, evolve verso lo stadio secondario. La sifilide secondaria si presenta dopo 2-8 settimane dal contagio; sulla pelle compaiono delle macchie (roseola o papulomatosi sifilitica) che possono assumere forma ed evoluzione diversa a livello del palmo delle mani, piedi, tronco, genitali e bocca. Si possono associare altri sintomi: artalgie, stanchezza, linfadenopatia e febbre. I sintomi possono assumere un andamento cronico, cioè sparire e ricomparire per molto tempo. La sifilide terziaria compare dopo una lunga fase, all'incirca 10 anni, e provoca danni agli organi interni. Si formano infatti dei noduli duri all'inizio; in seguito la lesione diventa molle, ma circondata da una capsula di tessuto connettivo, di colore bianco-grigiastro e di aspetto gommoso (prendono il nome infatti di gomme luetiche). Possono formarsi un po' ovunque: nel cuore, nell'occhio, nel cervello, nei vasi sanguigni, nel palato. nelle ossa e nel fegato. Se non trattata efficacemente porta alla morte. COME SI CURA? Con la penicillina, che dev'essere preparata e dosata in base allo stadio della malattia e alle sue manifestazioni. È importante intervenire subito, per evitare che si arrivi a sviluppare la fase secondaria e terziaria, gli stadi più invasivi e gravi della sifilide. La migliore arma contro la malattia rimane comunque la prevenzione, proteggendo se stessi e il partner, grazie all’uso del preservativo durante i rapporti sessuali.

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CHE COS'È IL PEELING CHIMICO? Il peeling (dall'inglese to peel che significa spellare), è una metodica che ha come finalità quella di migliorare e levigare l’aspetto della pelle. Il peeling chimico è una forma accelerata di esfoliazione che avviene attraverso l'uso di una sostanza chimica. Il peeling chimico agisce in quanto stimola il turnover cellulare con l’eliminazione delle cellule morte, induce una reazione infiammatoria che favorisce l’attivazione di citochine le quali a loro volta stimolano la produzione di fibre collagene, elastiche e di glicosaminoglicani che sono i principali costituenti del derma. A CHE COSA SERVE IL PEELING CHIMICO? Il peeling è utile contro le ipercromie (melasma o pigmentazioni post-infiammatorie), aging e photoaging, lentiggini solari, cheratosi attiniche, smagliature, cicatrici, dermatite seborroica, acne ed esiti post-acneici. CI SONO CONTROINDICAZIONI? Non possono sottoporsi alle sedute di peeling tutti coloro che presentino fotosensibilità, malattie autoimmuni, infezioni virali in atto (herpes simplex), ipersensibilità ai prodotti utilizzati, un fototipo alto (IV, V, VI), o siano in gravidanza o in corso di allattamento. I PEELING HANNO "PROFONDITÀ" DIVERSE? Sì, i peeling chimici vengono classificati a seconda della profondità della cute su cui vanno ad agire e per tale motivo vengono considerati: - peeling molto superficiali, quelli che vanno a rimuovere soltanto lo strato corneo superficiale; - peeling superficiali, quelli che creano una necrosi di parte o di tutto lo strato epidermico fino allo strato basale; - peeling di media profondità, quelli che creano una necrosi dell’epidermide e di parte del derma papillare; - peeling profondi, quelli che creano una necrosi dell’epidermide, del derma papillare fino anche al derma reticolare. La profondità del peeling dipende da numerosi fattori, quali il tipo, la concentrazione e il tempo di applicazione della sostanza utilizzata, la tecnica di applicazione, la preparazione, il tipo e la sensibilità della pelle del paziente stesso. QUALI SOSTANZE SI USANO PER FARE IL PEELING CHIMICO? Le soluzioni chimiche più utilizzate sono: acido glicolico (40-80%); acido tricloroacetico (15-50%); acido salicilico (25-35%); acido piruvico (50-70%); acido lattico, acido malico, yellow peel, fenolo (25-88%); resorcina. CHE CARATTERISTICHE HA L'ACIDO GLICOLICO? L’acido glicolico ad alte concentrazioni (40-80%) ha una duplice azione: la prima è quella di levigare, idratare e conferire luminosità alla pelle attraverso un'esfoliazione dello strato corneo, la seconda è quella di attivare i meccanismi di produzione delle sostanze fondamentali del derma. Viene utilizzato per contrastare le rughe e l’invecchiamento cutaneo. Ridona alla pelle luminosità, attenua le rughe, dona alla pelle un colorito uniforme, migliora l’idratazione, e lo strato superficiale della cute diventa più compatto e levigato. Inoltre stimolando la produzione di collagene ed elastina, migliora il trofismo cutaneo. L'acido glicolico viene soprattutto utilizzato per attenuare le macchie cutanee in zone fotoesposte. Un utilizzo molto consolidato è quello che riguarda la patologia iperseborroica ed acneica, infatti con l’azione levigante migliora quelle condizioni igieniche alterate che sono alla base dell'acne stessa. CHE CARATTERISTICHE HA L'ACIDO SALICILICO? L’acido salicilico è un acido forte che si presenta in forma cristallina (cristalli aghiformi, inodori ed incolori). Il principio attivo dell'acido salicilico provoca la distruzione e l’esfoliazione solo delle cellule cornee ricche di cheratina di cui provoca la rottura della catena proteica. L’acido salicilico ha una minore profondità d’azione rispetto all'acido glicolico. Trova particolare indicazione in presenza di photoaging lieve-moderato, acne in fase comedonica e papulo-pustolsa, acne nodulare, rosacea, iperpigmentazione post-infiammatoria e melasma. COME SI USA L'ACIDO SALICILICO? Prima della seduta di peeling con acido salicilico è importante la copertura degli occhi e la protezione delle labbra e la detersione della cute con soluzioni sgrassanti (alcool, acetone), seguita poi dalla distribuzione rapida e omogenea della soluzione (4 ml circa per il viso). Subito dopo l’applicazione si può avvertire una sensazione di bruciore che dura comunque solo per pochi minuti, il tempo necessario per l’evaporazione della soluzione alcolica stessa. È importante inoltre rimuovere i depositi di acido salicilico con detergenti oleosi oppure con acqua fredda ed infine concludere l’applicazione con delle creme idratanti e degli emollienti. QUALI POSSONO ESSERE GLI EFFETTI INDESIDERATI DEL PEELING CHIMICO? In generale, le complicanze che si possono verificare a seguito di un peeling possono essere l'esposizione di un tessuto non ancora riepitelizzato in seguito a una prematura asportazione di tessuto necrotico; l'insorgenza di infezioni (evenienza comunque rara, da parte di stafilococchi, streptococchi, herpes simplex, candida); eruzione acneiforme; iperpigmentazioni post-infiammatorie (soprattutto nei fototipi più alti IV-V-VI); herpes recidivante; reazioni allergiche; eritema persistente e dermatite da retinoidi. QUALI SONO LE PROCEDURE POST PEELING CHIMICO? Per evitare disagi e complicanze, nei giorni post peeling è necessario mantenere la cute protetta con un prodotto emolliente, che dev'essere applicato delicatamente. Il tempo di guarigione varia, a seconda della concentrazione utilizzata, dai 4 ai 12 giorni. È importante infine raccomandare al paziente di evitare in maniera assoluta, per almeno due mesi dopo il peeling, l’esposizione al sole o a lampade UVA-UVB, soprattutto nel caso di pelli scure e predisposte a iperpigmentazione, e far utilizzare comunque degli schermi solari protetti. QUAL È LA STORIA DEL PEELING? È conosciuto sin dall’antichità. Numerose sono le testimonianze che ci pervengono dall'Egitto, dalla Grecia, dalla Turchia, dall'India e dalla Babilonia in cui si utilizzavano sostanze e ingredienti di origine vegetale, unite a zolfo, pomice, polveri minerali, polveri di piante e fiori. Nel XIX secolo l'utilizzo e le sperimentazioni con vari tipi di peeling, ci riportano a P.G. Unna, dermatologo tedesco, che studiò e sperimentò con successo numerose sostanze e metodiche peeling. Infatti, nel 1882, descrisse, sperimentò e pubblicò i risultati ottenuti con l'impiego dell'acido salicilico, della resorcina, del fenolo e del tricloroacetico. Un dermatologo inglese, Mackee, utilizzò e sperimentò, pubblicandone i risultati nel 1952, il fenolo per il trattamento delle cicatrici post-acneiche. Si deve a La Gassè la tecnica occlusiva post-peeling al fenolo, sperimentata durante la prima guerra mondiale e importata negli Usa dalla nipote Antoinette negli anni '30 e '40, per il trattamento delle rughe e delle cicatrici post-acneiche. L'uso del tricloroacetico, dell'acido salicilico e dell'acido lattico, è divenuto sempre più popolare, dagli anni '70 agli anni '80, periodo in cui Van Scott, Yu e Murad divulgarono i risultati ottenuti nella terapia di numerosi inestetismi e patologie cutanee con l'utilizzo dell'acido glicolico.

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Acido ialuronico, non è solo un filler L’acido ialuronico è una molecola naturalmente presente nel nostro organismo; preziosa, in quanto indispensabile per creare la struttura della nostra cute, intervenendo nella formazione delle sue componenti fondamentali, collagene e elastina. Oltre a conferirle le caratteristiche di turgidità e plasticità, l’acido ialuronico assicura alla cute l’ idratazione ottimale, in quanto assorbe e trattiene grandi quantità d’acqua negli spazi extracellulari. Quando, con l’avanzare del tempo, la concentrazione di acido ialuronico diminuisce, si notano i segni d’ invecchiamento: minore idratazione, perdita di elasticità e turgore, cedimento strutturale della pelle. Per contrastare questi segni dell’età la medicina estetica ci viene in aiuto con trattamenti a base di acido ialuronico in diverse formulazioni, a seconda degli inestetismi da trattare: – l’acido ialuronico in forma “cross linked” è il prodotto che tutti conosciamo come “filler”: la sua specifica formulazione lo rende più stabile e modula i tempi del riassorbimento fisiologico, rendendolo ideale per creare un effetto di riempimento delle rughe statiche del volto, ripristinare il volume e il contorno delle labbra, aumentare il volume degli zigomi, minimizzare gli esiti cicatriziali di acne e traumi. – l’acido ialuronico a basso peso molecolare, non “cross linked” (eventualmente abbinato a multivitaminici, aminoacidi e altri principi attivi) è impiegato per protocolli personalizzati di biorivitalizzazione che hanno lo scopo di prevenire e curare i segni dell’ invecchiamento cutaneo e del photoageing stimolando in modo naturale il metabolismo della cute. Le diverse formulazioni possono avere un impiego complementare, per correggere eventuali inestetismi già presenti e al tempo stesso mantenere la vitalità e il turgore della pelle; l’acido ialuronico non “cross linked” è adatto anche al trattamento delle pelli giovani (che non presentano ancora rughe statiche), per un’azione antiossidante che controlla il naturale processo di invecchiamento. Non esiste un solo acido ialuronico L’acido ialuronico è una molecola con struttura chimica identica in qualsiasi essere vivente ed in qualsiasi tessuto, e presenta quindi una totale biocompatibilità. Per questa ragione è utilizzato con successo da decenni in vari settori della chirurgia oftalmica, otologica, oculare, nel trattamento dei processi di cicatrizzazione e rigenerazione tissutale. In medicina estetica è utilizzato per contrastare l’invecchiamento della pelle sia come filler (riempitivo) per le rughe statiche del volto, sia come stimolatore del metabolismo cutaneo (azione di biorivitalizzazione). L’acido ialuronico per uso estetico è ottenuto in laboratorio attraverso biotecnologie avanzate. Può essere di origine aviaria (tipo Hylaform) o di origine batterica (tipo Restylane o Juvederm), si presenta in forma di gel viscoelastico trasparente. Il tempo di riassorbimento dell’acido ialuronico dipende dalla quantità di molecole di ialuronato e dai legami crociati intramolecolari (“crosslink”) presenti in 1 ml di prodotto. In commercio si trovano pertanto prodotti diversi, che si distinguono in base ai tempi medi di riassorbimento (lento, circa 12 mesi, medio, da 5 a 6, rapido, da 2 a 3). I prodotti commerciali più comuni contenenti acido ialuronico sono: Juvelift, Juvederm 18, Hylaform fineline, Restilane touch (a rapido riassorbimento), Juvederm 24, Juvederm 30, Juvederm 24 HV, Juvederm 30 HV, Hylaform, Hylaform Plus, Restylane, Perlane, Rofilan (a medio riassorbimento), Restylane Sub Q (a lento riassorbimento). Finalità dell’uso dell’acido ialuronico L’acido ialuronico ha un effetto di rivitalizzazione, stimola la funzionalità cellulare e restituisce alle pelli mature la compattezza e l’ idratazione perdute, favorisce la riparazione della pelle danneggiata dal sole, supportandone i naturali processi rigenerativi; applicato sulle pelli ancora giovani, gioca un ruolo importante nel contrastare e prevenire il fisiologico processo di invecchiamento cutaneo. È ideale come filler per il trattamento di rughe statiche e depressioni cutanee sul volto, per ripristinare volume e contorno delle labbra, per aumentare il volume degli zigomi, per minimizzare gli esiti cicatriziali di acne e traumi. A chi è consigliabile questo trattamento? Il paziente o la paziente adatti a questo trattamento presentano una o più delle seguenti caratteristiche: rughe frontali, interciliari, periorali, perilabiali (“codice a barre”, dovuto al fumo di sigaretta) rughe e solchi glabellari (in mezzo alle sopracciglia), solchi naso genieni rughe perioculari (“zampe di gallina”) danni estetici dovuti alla perdita di collagene ed all’esposizione ai raggi solari perdita di pienezza, turgore e contorno alle labbra necessità di ingrandimento degli zigomi necessità di minimizzare esiti di rinoplastica, acne o traumi necessità di rimodellamento del contorno del viso (es. guance e mento). Oltre che da sola, l’iniezione di acido ialuronico può essere eseguita in associazione ad altri trattamenti, chirurgici e non, quali peeling, lifting, blefaroplastica, infiltrazione di tossina botulinica e trattamenti laser. Controindicazioni acido ialuronico ed effetti collaterali Nelle prime 24-48 ore dopo il trattamento a base di acido ialuronico la zona trattata può apparire lievemente arrossata e più gonfia rispetto al risultato definitivo. Raramente si può verificare un piccolo livido nella zona di iniezione, che sarà possibile coprire dopo poche ore con normali cosmetici. Il trattamento con acido ialuronico non si effettua in gravidanza, e deve essere rimandato se è presente herpes in fase attiva. Come si svolge la prima visita? Durante la visita il medico esaminerà la vostra pelle, il tipo di rughe, la loro profondità e posizione, le altre eventuali problematiche estetiche. Vi ascolterà in modo da capire le vostre aspettative e valutare se gli esiti delle iniezioni di acido ialuronico potranno soddisfarle, consigliando eventualmente interventi alternativi o complementari a quello di vostro interesse. Vi darà tutte le informazioni relative ai trattamenti da effettuare, alla loro durata, e a come dovrete comportarvi nei giorni successivi. Oltre che da sola, l’iniezione di acido ialuronico può essere eseguita in associazione ad altri trattamenti, chirurgici e non, quali peeling, lifting, blefaroplastica, infiltrazione di tossina botulinica e trattamenti laser, dei quali potrete eventualmente discutere insieme al chirurgo plastico. Preparazione all’iniezione di acido ialuronico Il trattamento non richiede alcuna preparazione, quindi può essere effettuato anche durante la prima visita. Il trattamento si esegue in ambulatorio; se ritenuto opportuno, ad esempio nel caso si trattino zone particolarmente sensibili, come le labbra, può esser preceduto da una leggera anestesia locale da contatto, che richiede un tempo di attesa di un’ora circa. Per il trattamento con filler a lungo riassorbimento (Restylane Sub Q) per l’aumento di volume di mento o zigomi, è consigliabile una anestesia locale o tronculare. Come si svolge il trattamento? Attraverso una siringa dotata di ago sottilissimo, il chirurgo plastico inietta piccole quantità di acido ialuronico nell’area interessata, senza lasciare segni visibili, salvo, in alcuni casi, un lieve rossore o un piccolo livido nel sito di iniezione, che dopo poche ore sarà possibile coprire con il trucco. Il trattamento ha una durata di circa 15 minuti, e al termine si possono immediatamente riprendere le normali attività, senza alcuna medicazione. Il medico indicherà alcune norme da osservare nelle prime ore successive alla seduta. Dopo la seduta ci saranno segni visibili sul viso? In alcuni casi, nelle prime 24-48 ore dopo l’iniezione di acido ialuronico, la zona trattata potrebbe apparire leggermente più gonfia di come sarà in seguito; potrebbe presentarsi un lieve rossore o un piccolo livido nella zona di iniezione, che sarà possibile nascondere con il makeup. Quando riprendere le normali attività? Le normali attività possono essere riprese immediatamente. Quanto dura il risultato dell’iniezione di acido ialuronico? Dopo l’iniezione, l’effetto di riempimento o attenuazione delle rughe è ben visibile ed apprezzabile fin da subito; la durata varia da individuo a individuo, in base al tipo di preparato utilizzato ed alla reazione individuale. In media un filler di acido ialuronico si mantiene dai 2 ai 12 mesi, dopodiché è possibile ripetere il trattamento, con cadenza periodica.

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Congresso molto interessante a Gubbio di dermatoscopia

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