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Per il sabato 10.6 ci sono ancora due posti liberi per il microblading.Piu info 0038640190088.

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Per il sabato 20.05 abbiamo ancora 2 posti liberi per il microblading con Danijela Zilic.Informazioni ulteriori al numero 00386 40 190088.Benvenute!

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Per il microblading abbiamo questo sabato il 06.05 ancora 1 posto libero..informazioni ulteriori sul numero 0038640190088.

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I risultati veri,effetuati con il metodo HYPOXI.Informazioni ulteriori 00386 40 190 088 o info@hypoxi-koper.si

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Trai i tuoi Propositi per il 2017 c'è quello di Perdere Centimetri Solo Nei Posti Giusti? HYPOXI ti può aiutare! Come? Offrendoti la possibilità di un rimodellamento mirato ed assolutamente naturale frutto di una metodologia brevettata sviluppata nel 1998 a Salisburgo dallo scienziato dello sport Dr. Nrobert Egger.

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I Funghi: Dal punto di vista botanico, i funghi appartengono a un regno proprio, tuttavia nell’uso comune si è soliti considerarli dei vegetali e consumarli prevalentemente come contorno. Con gli ortaggi condividono in effetti anche alcune caratteristiche nutrizionali, come ad esempio l’elevato contenuto di acqua, che nei funghi è di circa il 90% del peso, e il buon apporto di fibra alimentare. I funghi freschi hanno un apporto del tutto trascurabile di grassi e carboidrati, solo lo 0.2% e lo 0.8% rispettivamente, mentre contengono una discreta concentrazione di proteine, il 3.7% del peso. Queste ultime hanno un ottimo valore biologico, ossia sono ricche di amminoacidi essenziali. Molto interessante è l’apporto di sali minerali, tra cui: - selenio; - calcio, fosforo e magnesio; - ferro; - potassio. La buona concentrazione di potassio, a dispetto della minima quantità di sodio, rende i funghi naturalmente diuretici. I funghi freschi sono anche una buona fonte di vitamine: hanno una buona concentrazione di vitamine del gruppo B, in particolare di tiamina. Discreto è anche l’apporto di vitamina A, C e D. Purtroppo sono alimenti poco digeribili, soprattutto perché contengono micosina: una proteina che non è assimilabile dal nostro organismo. Come cuocerli: I funghi sono ingredienti piuttosto semplici da preparare: una delle ricette più facili in assoluto è quella dei funghi trifolati. Questa preparazione garantisce un ottimo risultato dal punto di vista del gusto, ma anche il mantenimento delle qualità nutrizionali, soprattutto dell’apporto di sali minerali e proteine. Ecco gli ingredienti della ricetta per 4 persone: 1 kg i funghi misti; 1 spicchio d’aglio finemente sminuzzato; prezzemolo finemente sminuzzato; 3 cucchiai di olio extravergine di oliva. Pulite i funghi raschiandoli con uno straccio ruvido e inumidito, oppure con l’apposito pennellino. Tagliate i funghi in fettine sottili. Preparate, poi, in un tegame antiaderente l’olio, quindi unite l’aglio sminuzzato e fate leggermente imbiondire a fuoco basso, quindi unite i funghi tagliati. Mescolate bene e fate cuocere a fuoco medio per circa 20 minuti. Poco prima del termine della cottura, unite il prezzemolo sminuzzato. La ricetta dei funghi trifolati può essere servita come contorno o può essere utilizzata come condimento per un piatto di pasta. Visto lo scarso apporto di carboidrati, i funghi sono adatti a essere accompagnati con la polenta.

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Un’ottima soluzione per evitare di soffrire di pancia gonfia è quello di scegliere la Dieta Mediterranea, come consigliato da 8 esperti su 10 tra chef stellati e nutrizionisti. Come detto qualche concessione può essere consentita, purché non diventi una regola. In ogni caso è bene scegliere con attenzione i piatti da preparare: con qualche piccola accortezza si potrà salvaguardare il proprio equilibrio intestinale senza tuttavia sacrificare la gioia del palato. Un buon consiglio è innanzitutto quello di scrivere un proprio diario giornaliero annotando eventuali episodi di gonfiore, così da comprendere con maggiore facilità eventuali reazioni negative rispetto ad alcuni “insospettabili”. Anche lo stesso mangiare può essere inoltre fonte di accumulo di gas intestinali, soprattutto a causa di alcuni “errori” come il mangiare e bere allo stesso tempo oppure il non masticare il cibo a sufficienza. Ulteriore cosa da evitare è il tenere la bocca aperta durante la masticazione in virtù del possibile rischio aerofagia e di una possibile brutta figura. I cibi da scegliere Orientarsi innanzitutto verso le verdure, da consumare rigorosamente cotte, che non tendono a fermentare una volta nell’intestino come quelle a foglia verde (ad esempio spinaci e crescione). Qualora si voglia provare qualche nuovo piatto è possibile provare qualche ricetta con il curry, in grado quest’ultimo sia di favorire il processo digestivo che di aiutare a proteggere l’intestino dalle patologie tumorali. È possibile tenere sotto controllo l’eventuale rischio di gonfiore innanzitutto mangiando uno yogurt ogni mattina, in occasione della prima colazione, così da rifornire l’organismo di fermenti lattici (utili anche per migliorare le difese immunitarie). Sì anche a una manciata di frutta secca col guscio come mandorle e noci, buona fonte di omega-3 e magnesio. Qualora qualcosa sia andato “storto” è possibile cercare di ridurre il gonfiore ricorrendo al tè verde e ad alcune tisane calde: consigliate in particolare quelle di camomilla, semi di finocchio, cumino, anice e coriandolo. I cibi da evitare Utilizzare con parsimonia aglio e cipolla considerato che, malgrado le loro possibili azioni benefiche per l’organismo, questi due ortaggi contengono alcuni elementi in grado di fermentare nell’intestino. Attenzione va poi prestata ai cibi che contengono carboidrati come pane, pasta e patate: se riscaldati possono produrre amidi resistenti ai succhi gastrici, in grado di giungere così all’intestino e una volta lì fermentare generando gas. Da evitare per i soggetti più sensibili anche i prodotti di panetteria parzialmente cotti venduti dai supermercati (come alcuni tipi di baguette), preferendovi altri a cottura ultimata. Non esagerare è un verbo valido anche per quanto riguarda alcuni tipi di frutta (ad esempio ananas e mango), il cui elevato contenuto di fruttosio può causare gonfiore intestinale.

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Il salmone affumicato è uno degli alimenti a base di pesce conservato più diffuso sulle nostre tavole. È ideale sia per essere servito in fette come secondo – ossia come principale fonte di proteine di un pasto – che come ingrediente per condire la pasta, il riso o arricchire un’insalata di verdura fresca. A conferma dell’ampia diffusione di questo alimento sulle tavole degli italiani, l’ISTAT l’ha incluso già nel 2012 nel paniere per l’osservazione dell’andamento dei consumi. Questo alimento nasce come metodo di conservazione del salmone fresco, il Salmo Salar, noto anche come salmone dell’Atlantico sia pescato che allevato in itticoltura. Il pesce fresco viene lavato e pulito e infine affumicato a freddo o a caldo. In entrambi i casi, il pesce viene prima affettato e messo sotto sale. L’affumicatura a freddo prevede un minimo trattamento termico, la temperatura non supera mai i 20°C, della durata di 12 ore circa. A caldo il procedimento è più veloce, massimo 3 ore, alla temperatura di circa 80°C. Vediamo quali sono le caratteristiche nutrizionali di questo alimento e come difendersi dagli eventuali rischi di tossinfezione. Qualità nutrizionali Pane e salmone affumicato Pane e salmone affumicato via Pixabay Il salmone affumicato mantiene le ottime caratteristiche nutrizionali del pesce fresco, tuttavia per il procedimento stesso di produzione diventa decisamente più ricco di sale: una porzione da 100 g contiene già più del 100% della quantità quotidiana massima di sodio che dovremmo assumere con la dieta. Questa considerazione è essenziale per ricordarsi di non salare troppo le pietanze di accompagnamento: l’elevato apporto di sodio con la dieta è strettamente correlato all’aumento del rischio cardiovascolare. Questo alimento è una fonte principalmente di proteine: questi macronutrienti ne rappresentano il 25% del peso. Trascurabile, invece, l’apporto di carboidrati. La concentrazione di grassi è piuttosto contenuta: ne rappresentano solo il 4.5% del peso, e sono per la maggior parte grassi polinsaturi. Il salmone anche una fonte di colesterolo: ciò l’ha fatto spesso considerare un “pesce grasso”, tuttavia una porzione da 100 g ne contiene solo 50 mg, ossia solo un sesto della quantità massima di colesterolo che potremmo assumere quotidianamente con gli alimenti. Il salmone affumicato è anche una buona fonte di fosforo e di vitamine come la B1, la B2 e la PP. Una porzione da 100 g apporta circa 140 kcal e potrebbe essere servita anche una volta alla settimana come secondo piatto, accompagnato da una abbondante insalata mista condita con olio extravergine di oliva e spezie, dopo un primo piatto di pasta condita con poco olio e pomodoro fresco.

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