Praxis Masa Go by Ragazzo Luciano
Description
Bei der „Masa^go“ handelt es sich um eine sanfte Technik. Es ist eine nicht-invasive Therapie für das Muskel– und Bindegewebe und entspannend für die Seele Masa^go
Gesundheit & Wohlbefinden
Philosophie
Bei der „Masa^go“ handelt es sich um eine sanfte Technik. Es ist eine nicht-invasive Therapie für das Muskel– und Bindegewebe und entspannend für die Seele.
Welchen Einfluss hat diese Therapie? Sie wirkt auf sämtliche Systeme des Körpers. Bei der „Masa^go“ Therapie sprechen die Hände mit ihrer Seele und mit den sanften Griffen werden Blockaden gelöst.
Die Energie gehört zum Körper und wird wieder in ein natürliches Gleichgewicht gebracht. Die „Masa^go“ Therapie hat eine tiefgreifende vegetative und energetische Regulation.
Der Friede im Innenleben des Körpers wird hergestellt.
Masa^go
Salute e benessere
Il centro Masa^go utilizza una terapia dolce e non invasiva capace di sciogliere i blocchi che generano i vari malesseri e apportando grandi benefici sia psichici che fisici.
Il terapista avrà un approccio diverso con ognuno e proporrà rimedi individuali, perché ogni persona è diversa e ogni problema, se pur apparentemente simile, ha sicuramente cause ogni volta uniche.
I trattamenti del Centro Masa^go sono diversi e tutti mirano ad un unico scopo: riequilibrare mente e corpo.
Tecnica craniosacrale, agopuntura, massaggio classico, pilates sono alcuni dei trattamenti che potete richiedere presso il centro.
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Adulti, bambini, Televisione, Telefonini... Quale valore possiamo attribuire alla Rete nel mondo di oggi? Quale valore alla TV di oggi? Quale valore possiamo attribuire ai Smartphone nel mondo di oggi? Nuovo fenomeno sociale. Nuova dipendenza per grandi e piccoli. Nuovo modo di influenzare le persone. Quale approccio? Quale atteggiamento? Magari compulsivo, dove, in alcuni casi estremi, sfocia sotto forma di dipendenza, soggezione. Utilizziamo le scuse più svariate, ci si chiude in casa? Si, guardando dieci puntate al giorno. Giochiamo o lasciamo giocare i nostri figli davanti ai telefoni, o televisione per ore. Quante ore sarebbero necessarie? Quali effetti? Ci isoliamo e lasciamo che i nostri figli si isolano e catalizziamo solo le comunicazioni sociali intorno alle novità della serie, tutto quello che di nuovo emerge dal mondo del web. Siamo attratti dalle storie, dai giochi, di questi personaggi, abbiamo il “bisogno” inteso come mancanza di qualche cosa. Come approfondire la vita dei personaggi. Loro entrano a far parte della nostra quotidianità. Si può o si potrebbe definire, “amicizia della telediffusione o del mondo della rete,” dove la diffusione si instaura tra i vari protagonisti e lo spettatore. La diffusione: indica la propagazione di un fenomeno da un luogo all’altro, così come da un individuo o da un gruppo a un altro: spesso la diffusione è associata all’innovazione. Quale innovazione riceviamo? Dipendenza da un sentimento autentico che cresce con il susseguirsi: di nuovi GIOCHI di nuove PUNTATE l’intricarsi della storia, del nuovo game o altro. Sono processi inevitabili ed inconsapevoli di identificazione. Cosa possono rappresentare? La difesa dalle nostre ansie e paure di tutti i giorni. “Un recente studio dell’Università dell’Ohio ha paragonato il dispiacere per la morte (nella serie) di un protagonista a cui siamo affezionati al sentimento per la fine di una storia d’amore (reale). Con il passare delle ore, ci affezioniamo pian pianino a quel personaggio, il più simpatico, il più simile a noi o semplicemente colui che rappresenta ciò che vorremmo essere.” Dott.ssa Emanuela Gamba Che effetto hanno i videogiochi sui bambini? Sia gli effetti positivi, sia quelli negativi: Effetti positivi dei videogiochi -l’approccio alla cultura e al pensiero tecnologico; -stimolano i processi mentali (memoria, capacità di pensiero induttivo); -capacità di calcolo e di formulazione di strategie vincenti; -la coordinazione oculo-motoria. Effetti negativi dei videogiochi Possiamo assistere a fenomeni come: -estraniamento dalla realtà; -mancanza di empatia; -sedentarietà; -sovrappeso; -eccessivo senso di potere e controllo; -disturbi della vista; -forte impatto dei contenuti violenti di alcuni videogiochi sul comportamento. -rischi: l’abolizione del confine tra uso e abuso; una vera e propria dipendenza; riduce notevolmente la distanza tra realtà e finzione; Quali eventi si susseguono? Assumiamo tratti, qualità e caratteristiche di personalità del nostro “amico della telediffusione o del mondo della rete.” La cosa peggiore ne sperimentiamo empaticamente le sensazioni. La vita del personaggio, o del video gioco ci coinvolge tanto da esserne “rapiti.” Nel mondo di oggi dove le certezze sono a tempo determinato, cerchiamo rifugio nella sicurezza della sua tele-rete-vita. Siamo ubriachi di giochi nuovi, di nuove puntate che divoriamo e lasciamo ai nostri figli ingurgitare insaziabilmente. Cosa otteniamo dipendenza. Non tanto diversa dalla dipendenza delle droghe o alcool. Piangiamo, ridiamo, urliamo imprechiamo ci arrabbiamo e in un’escalation di emozioni. Dovremmo capire che alla fine è solo un telefilm e solo un video gioco… Quella reazione? Una reazione incontrollabile oppure una reazione liberatoria. Cosa rappresentano? Lo sciogliersi delle emozioni. Che cosa proiettano su di noi? Viverle intensamente. Qual è il loro peso razionale? Non hanno nessun peso razionale. Alla fine siamo bloccati dentro un miraggio che non esiste insieme ai protagonisti. La voglia di andare verso quell’oasi dove abbiamo acqua ombra, … e crescere…
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Il vissuto del bambino nell’evento nascita “Il bambino non si sbaglia. Sa tutto. Sente tutto. Vede fino in fondo ai cuori. Conosce il colore dei vostri pensieri.” Frederik Leboyer -la “nascita non violenta” -Thomas Verny nel suo libro, Vita segreta prima della nascita, affermava: “Il bambino è ben conscio di come nasce; infatti, egli sente la gentilezza, la tenerezza, il contatto dolce e affettuoso e reagisce a tutto questo come reagisce in modo opposto, alle luci troppo intense, ai rumori dell’ambiente, al contatto con le apparecchiature e all’ambiente freddo e impersonale” (Verny T., 1981) -Il tempo più importante della vita di un essere umano è il momento dell’unione dell’ovulo con lo spermatozoo. Il concepimento è il momento nel quale si definiscono la struttura psicogenetica, secondo una combinazione unica, originale e il progetto di vita possibile per quel nuovo essere umano. L’ESSERE UMANO È UN ESSERE COMPLETO -attraverso l’osservazione del comportamento fetale, che a 13 settimane il nascituro manifesta delle preferenze, delle reazioni e dei comportamenti altamente individuali. Egli, inoltre, sente e percepisce, è un essere capace di muoversi, di stare in equilibrio e di esplorare l’ambiente e se stesso; un essere capace di orientare la sua attenzione di apprendere e di memorizzare; un essere socievole capace di comunicazione con la madre, il padre e l’ambiente esterno; un essere, dunque, intelligente e consapevole IL VISSUTO DEL BAMBINO NELL’ESPERIENZA DEL PARTO -“Universo amniotico” o “pace oceanica” -“Precipitazione nel cosmo e impossibilità di uscita” -“Lotta di morte e rinascita” -“Morte e rinascita” -Ciò che emerge dall’esperienza di nascita dei bambini è che essi richiedono ai loro genitori di entrare e di stare a contatto da subito con loro nonché di essere da loro accettati, amati e rispettati, sembra, infatti, che le prime parole dette alla nascita abbiano un forte impatto sulla loro vita (Testimonianza di Shirley). I bambini sono ben consci di come si nasce e per questo desiderano essere accolti da un ambiente più intimo, tranquillo e confortevole (Testimonianza di Jack), nel quale possano essere riconosciuti come persone, per la loro capacità collaborativa e propositiva, ma anche per il loro valore e la loro saggezza (Testimonianza di Deborah) -Reminiscenze della nascita: i sogni. (Janus L, 1997) Reminiscenze della nascita si possono celare anche dietro a numerose paure quotidiane, come quella di soffocare, che provava un bambino di dieci anni, nato da parto lungo e difficile, ogni qualvolta doveva infilarsi un indumento, soprattutto un pullover a collo stretto. Non è raro che ricordi perinatali riaffiorino nei sogni. Eccone uno di un uomo di trent’anni, nato con il cordone ombelicale avvolto intorno al collo: “… mi rifugio in cantina, tutte le uscite sono sbarrate, li mi trovano e mi mettono un cappio al collo. Proprio all’ultimo momento… qualcuno mi viene in aiuto”. Una donna di cinquanta cinque anni racconta invece il sogno seguente: “Sono seduta in una caverna in cui sono stesi tantissimi stracci bagnati. Gli stracci cedono ad ogni mio movimento. Poi, d’improvviso, viene un terremoto. Sono spinta con violenza verso l’uscita della caverna, una stretta fessura nella roccia. Ho una gran paura di non passarci. Mi sento soffocare. Sono infine spinta fuori ma devo passare attraverso una cascata. Fuori fa molto freddo e la luce è accecante”. DOTT. GINO SOLDERA, psicologo pre e perinatale, presidente dell’ANPEP, DOTT.SSA SUSANNA MUSSATO, educatrice nei Consultori Familiari di Asolo e Montebelluna
Beck for Kids
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La vergogna -ognuno di noi l’ha provata almeno una volta nella vita; -uno stato di preoccupazione riguardante l’impressione che gli altri hanno di noi; -una sensazione improvvisa di disagio e di nudità; -desiderare di scomparire all’istante, di diventare invisibile; -nascondere il viso voltandosi oppure chiudono gli occhi -la vergogna per emergere ha bisogno dell’interazione con altre persone -predominante in tutte le nostre manifestazioni -una sensazione di smascheramento in cui la maschera che protegge la propria intimità, il proprio sé e l’immagine del proprio sé viene a mancare e ci si ritrova completamente disarmati davanti all’altro; -posizione di confine tra tutto ciò che è intrapsichico e che riguarda dunque la parte più intima dell’individuo, il suo sé, la sua sofferenza e i suoi disagi, e tutto ciò che riguarda la sfera interpersonale e dunque a tutto ciò che si riferisce alle relazioni con gli altri e che determinano dei vissuti relativi al sentirsi visti dagli altri; -legato a ciò che facciamo, in particolare, se la nostra azione è percepita da noi stessi in primis come da condannare; -è una condanna verso sé stessi e non verso ciò che si è fatto; -a che fare particolarmente con l'identità, con l'immagine di sé, con quegli aspetti difettosi di sé stessi in cui è riposta, consciamente o inconsciamente, la propria identità; -nella relazione avviene lo svelamento della propria personalità; -sorge quando siamo costretti a mettere in relazione e a confronto il modo in cui noi pensiamo a noi stessi e il modo in cui gli altri ci percepiscono; -provoca un senso forte di destabilizzazione; -queste esperienze possono essere accettate e dunque possono divenire un utile ed ottimo strumento di miglioramento di noi stessi; - vengono allontanate, negate vanno a favorire lo sviluppo di una corazza difensiva sempre più dura; -dovremmo curare di più le relazioni corpo a corpo; -il miglioramento viene attivato dalla relazione; Quando arrossire ci mostra agli altri
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Meditazione IV appuntamento L'Onda Essere attenti alla propria consapevolezza corporea, porta ad una attenta presenza mentale. Quando noi cam-miniamo, quando noi siamo in piedi, quando noi siamo seduti oppure quando noi siamo distesi. La nostra pre-senza è in quella posizione. Nel qui ed ora. L'Obbiettivo dell'azione viene compreso in quanto meritevole di quella azione. Facendo accrescere il nostro osservare dentro di noi. I nostri dintorni, la primavera brilla, o il sole riscalda, vengono compresi, disposti in modo opportuno. Mantenere la concentrazione fissa, sull'argomento scelto. Comprendere la propria persona, senza distrarsi nel momento. Senza illusione. Noi oggi siamo di solito af-frontare la nostra quotidianità con soggettività. "Vado in quella direzione o in quella opposta?" L’illusione è un Io che si muove, o che il movimento è stato prodotto da un Io. La non illusione sta nel muo-verci in una direzione con l'idea che viene generata da un impulso nervoso, quindi il movimento trae origine dalla mente. Una mente che genera l'espressione del corpo. Stando seduti a gambe incrociate facilità l'inspirazione e l'espirazione. Mantenere il corpo eretto, non farà sof-frire quest'ultimo di crampi. Tale postura permette alla mente di fissarsi su di un unico punto, e la sua pratica di meditazione non viene annullata, bensì cresce e si sviluppa. Prestiamo attenzione alla respirazione. Espirando so che sto espirando ed in che modo lo sto facendo? Inspi-rando so che sto inspirando ed in che modo lo sto facendo? Com'è alta, l'esperienza dell'intero respiro nel corpo? Rallentando le funzioni del corpo. Proviamo a contare i respiri. Inseguiamo con presenza mentale. Inseguire. Esso inizia dove tutto ci lega, nel nostro ombelico, attraversando il nostro cuore, fuoriuscendo dal nostro naso, atto finale. Le Immagini mentali appaiono, raggiungendo la piena concentrazione, nelle respirazioni sottili, diventando sempre più sottili. La meditazione diventa elevata quando più si elevano gli stadi. Quanto più la si pratica, prima apparirà l'immagine mentale. Essa da l'accesso alla concentrazione. La meditazione ti dona la fiducia che ti serve, ti dona la totalità. I tuoi pensieri, le tue immagini sono come onde della tua totalità, le quali si dissolvono nel tuo mare. Dal quale sei stato generato. Godi del sole che nasce in te, della luce che gode mentre scompare. La meditazione ti porta gioia, la possiamo definire infinita, in essa muore. Quella luce che ti illumina, dà coraggio per uscire dalla solitudine delle vecchie abitudini. Ti apre al risveglio della vita, alla tua nuova primavera Assoluta.
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L'importanza di un ambiente accogliente, coerente e sintonizzato sui bisogni del bambino Lo sviluppo infantile non può essere assolutamente considerato una normale fase della vita o peggio ancora solamente l'età dei capricci e dei divieti. Sottovalutare i primi scambi interattivi e ridurli, ad esempio, al semplice aspetto materiale della nutrizione e della cura dell'igiene, significa non prendere in considerazione un mondo relazionale già presente nel bambino. Significa non occuparsi delle fondamenta della sua mente.
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Terzo appuntamento con la meditazione La meditazione può essere un modo per esplorare la coscienza sensoriale. La nostra mente è un vulcano, abbiamo un’ampia possibilità di stati mentali. Purtroppo non abbiamo una gioia permanente o il contrario. Quindi noi meditiamo prendendo coscienza dei limiti, di ogni esperienza sensoriale, inoltre percepiamo che tutto questo non sono io e non è mio, cioè di un io individuale permanente. Prendo coscienza, con le condizioni sensoriali. Questa verità va realizzata, in modo concreto. Attraverso la meditazione giornaliera impariamo e cominciamo a liberarci dall’attaccamento, quando tale presupposto, e quando teli pretese vengono meno, non proviamo più dolore, tristezza o altro, quindi otteniamo quello che più desideriamo. Iniziamo a realizzare l’Immortale. Impariamo a contemplare il corpo con consapevolezza Respiro Postura Chiara comprensione Impurità delle parti del corpo I quattro elementi –terra, fuoco, acqua e aria- Contemplazione dei cari Contemplare l’origine nel corpo oppure contemplare le cose che si dissolvono nel corpo oppure contemplare le cose che hanno origine e si dissolvono nel corpo. Contemplazione delle sensazioni, della coscienza, degli oggetti. Meditiamo in tranquillità dove schiudiamo la nostra persona ad una intuizione profonda, la tranquillità porta alla concentrazione e alla calma. Tale azione controllata e consapevole ci permette di tenere alta la concentrazione su un oggetto, senza distrarci. Quando ciò avviene la nostra mente diventa calma e potente. Siamo in uno stato mentale puro. Essa ci fa osservare, penetrandoci dentro di noi profondamente, dove la nostra mente, la nostra persona comprende la vera natura delle cose così come sono. La quale ci restituisce la comprensione della natura e dell’esistenza. L’obbiettivo è la purificazione della mente. Più la pratichiamo e gradualmente la mente trascende tutto. Essa oltrepassa il concetto di realtà assoluta e di realtà condizionata, si entra nella realtà Assoluta. Prima abbiamo posto l’obbiettivo della purificazione della mente, ora cosa realizziamo? Noi viviamo in una realtà assoluta, dove riconosciamo la natura della consapevolezza, la quale va allenata, sviluppata per tutta la vita. Avere una vita felice o falsa? La presenza della consapevolezza è ciò che fa la differenza.
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Trova la pace in Te... Secondo appuntamento con la meditazione. Riprendiamo la domanda del primo post: chiediamoci cos’è la meditazione? La meditazione profonda di un sentimento, la meditazione profonda di un affetto o stato d'animo, molto intenso, vivamente sentito. In questo istante che cosa succede nel nostro Essere? Il campo dell’attenzione si apre, su tutto, abbraccia tutto il nostro Universo. All’interno di esso si osserva, cerchiamo di comprendere la natura delle cose. L’esperienza dei nostri sensi nella sua interezza è non permanente. Attivi sono i nostri sensi, in tutto quello che guardiamo, che ascoltiamo, che odoriamo, che assaporiamo, che tocchiamo, tutte le condizioni emotive, i nostri ricordi, i nostri pensieri, tutto questo diventa mutevole nella nostra mente, tutto sorge e tutto passa. Osserviamo ogni esperienza sensoriale mentre meditiamo, ogni caratteristica, ed ogni particolarità del cambiamento. Altro punto molto importante, nel meditare, oppure altro focus che si accende è il Cambiamento, va padroneggiato con l’intuito, aprendoci all’osservazione, alla consapevolezza della realtà oggettiva cosi come appaio. Analizzare? No. Dobbiamo analizzarci. Cambiare? No. Non dobbiamo cambiare le cose per come vorremmo. Nella meditazione profonda noi osserviamo, con pazienza, l’alba ed il tramonto. Quindi tutte quelle presone poco sveglie, poco consapevoli a loro la vita tende a diventare deprimente o sconcertante, quando quest’ultimi sono delusi da eventi drammatici, loro si sentono sopraffatti, in quanto non hanno osservato la natura delle cose, per come doveva essere, la realtà delle cose, ora iniziamo a capire mentre lasciamo andare, iniziamo a liberarci, del nostro mondo sopraffatto o eccitato mentre siamo illusi dall’apparenza delle cose. Ora siamo consapevoli, il nostro Essere consapevole si amplia. Ora osserviamo il qui ed ora caro ai terapisti della Gestalt. In tutto vi è un principio ed una fine, niente dura. Questo lo possiamo notare nel nostro quotidiano, dalle esperienze sensoriali, il tutto può soddisfarci solo temporaneamente, poi cambia tutto. I sensi mutano, mentre noi sogniamo altro, dopo siamo delusi, addolorati e spaventati. Tutte queste nostre aspettative ci conducono alla disperazione, all’angoscia, alla tristezza e al dolore, alla malattia e alla morte. Per una vita ricca di colori come l’Arcobaleno, per andare oltre la Mente, vi invito a provare per 15 minuti. Poi chi vuole può condividere la sua esperienza… segui l’energia
Praxis Masa Go by Ragazzo Luciano
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Che cos’è la meditazione? Ognuno di noi avrà letto, avrà ascoltato qualche video o avrà frequentato yoga o tecniche di respirazione oppure altro ok. Io la voglio rendere più semplice portando l’attenzione sul nostro respiro. Rivolgiamo ad esso tutta la nostra attenzione, tulle le nostre situazioni prodotte dall’inspirazione e dall’espirazione. A cosa conduce tutto questo ad una esperienza di calma mentale. Magari a qualcuno viene da chiedersi perché osservare, spostare la mia attenzione sul respiro, visto che io sono abituato a cose più stimolanti? Bisogna sforzarsi mentalmente, bisogna allenare la nostra mente alla calma, quindi richiede uno sforzo mentale. Il respiro non risulta interessante, per molti di noi. Attraverso il respiro ritroviamo il contatto con il nostro Essere persone viventi. Per una vita ricca di colori come l’Arcobaleno, per andare oltre la Mente, vi invito a provare per 15 minuti. Poi chi vuole può condividere la sua esperienza… segui l’energia