Dott.ssa Alessia Maccagno
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Educazione Alimentare Nutrizione in condizioni fisiologiche Nutrizione in Condizioni patologiche accertate Nutrizione Collettiva Intolleranze Alimentari
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Chetogenesi in Neurologia
Nutrizione ed attività fisica devono camminare all’unisono
UOVA: QUANTE E COME FARLE? Le uova sono da escludere dall’alimentazione dei soggetti affetti da calcolosi biliare e colecistite, mentre per coloro che sono a rischio di malattie cardiocircolatorie è consigliabile limitare il consumo a poche uova, cotte alla coque o sode. In tutti gli altri casi, se non esiste una prescrizione medica contraria, è possibile un consumo settimanale di 5-6 uova, cercando naturalmente di non consumarle nel medesimo giorno e scegliendo i metodi di cottura più idonei e gradevoli al gusto personale.Il sistema di cottura incide fortemente sulla digeribilità delle uova condizionando il tempo di permanenza nello stomaco: le uova alla coque e quelle affogate lasciano lo stomaco più rapidamente delle uova sode, mentre le uova intere crude presentano un tempo di transito gastrico leggermente più elevato di quello delle uova alla coque. La massima digeribilità è posseduta dal tuorlo crudo e dall'albume appena coagulato. L'optimum di cottura consiste quindi in una breve immersione (3-5 minuti) nell'acqua bollente dell'uovo con il suo guscio (uovo alla coque) o senza (uovo affogato o in camicia). Difatti l'uovo cotto per tre minuti presenta un tempo di transito gastrico di 105 minuti, quello cotto alla coque per cinque minuti di 125 minuti, mentre l'uovo intero crudo impiega 135 minuti per uscire dallo stomaco. Gli altri metodi di cottura delle uova, che implicano l'uso di grassi (frittate, uova al burro, etc.) o prevedono un'immersione più lunga in acqua bollente (uovo sodo), forniscono alimenti di più difficile digestione.
Scienzintasca
La formazione di un ricordo!
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Uova: non abbiate paura a mangiarle, ma attenti a come si cucinano! A breve un po’ di suggerimenti 😉
COLESTEROLO, DOPO LE FESTE SU DEL 20%! Lo hanno visto dei ricercatori della Copenhagen University (Danimarca) in uno studio pubblicato di recente su Atherosclerosis: “Il nostro studio indica in maniera netta che i livelli di colesterolo sono influenzati dai cibi grassi che mangiamo quando festeggiamo il Natale". Proprio perché una dieta più squilibrata nel periodo fra Natale e l’inizio dell’anno nuovo può influenzare i livelli di colesterolo nel sangue, è bene non fare diagnosi di ipercolesterolemia in questo periodo. Secondo gli ultimi dati raccolti tra il 2008 e il 2012 dal Progetto Cuore dell'Istituto superiore di Sanità, relativi ai fattori di rischio cardiovascolare nella popolazione adulta fra 35 e 79 anni di età, i valori di colesterolo totale e di LDL degli italiani sono superiori a quelli indicati dalle linee guida europee. Negli uomini la media di colesterolo totale supera di poco i 209 mg/dL mentre quella LDL è pari a 131,5 mg/dL; nelle donne i valori sono rispettivamente 218,2 mg/dL e 134,6 mg/dL. Il colesterolo è presente soprattutto nei cibi di derivazione animale, dai salumi ai derivati del latte, e per questo una dieta varia ed equilibrata è un elemento chiave per la prevenzione dell’ipercolesterolemia e dunque delle principali malattie che colpiscono vasi sanguigni, cuore e cervello.