Fondazione Bandera per l'Arte
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Spazio espositivo che da oltre vent'anni promuove eventi culturali a Busto Arsizio
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facebook.comAZELIO CORNI ANDREA PENZO Oltre le origini 15 maggio - 18 giugno 2017 A cura di Cristina Moregola Inaugurazione Domenica 14 maggio 2017 ore 18.30 Orari Da giovedì a domenica 16.00 - 19.00 Fondazione Bandera per l’ Arte Via Andrea Costa 29 - Busto Arsizio (Va) La Fondazione Bandera per l'Arte inaugura domenica 14 maggio alle ore 18.30 la mostra Azelio Corni Andrea Penzo “Oltre le origini” in programma dal 15 maggio al 18 giugno 2017. La mostra, inserita nella rassegna Smelting Works, un progetto ideato con la finalità di attivare un dialogo tra i linguaggi dell’arte contemporanea, mette questa volta a confronto il lavoro del giovane fotografo Andrea Penzo con le opere di Azelio Corni.Di recente rientrato da Art Bahrain, dove è stato invitato in rappresentanza dell’arte contemporanea italiana, Corni presenta una selezione di recenti e inedite sculture realizzate in piombo e con objet trouvé. Simili ad antiche armi e gloriosi trofei provenienti da un tempo dimenticato, nelle sculture di Corni risuona il rumore di eroiche battaglie di cui non si ricordano vittorie o sconfitte e di un mito in disuso. Al contrario, le fotografie di Penzo, interamente votate a ritrarre la classicità della scultura, raccontano il mito della bellezza e della perfezione, la raffinata levigatezza dei corpi e il candore del marmo, esaltati da una tecnica fotografica ma soprattutto da un pensiero visivo che cerca l’esasperato contrasto nei bianchi e nei neri assoluti. Un confronto, quello fra le sculture di Corni e la fotografie di Penzo, stridente e dissonante ma teso a evidenziare, nella ricerca di entrambi, l’intento di perseguire rigore formale e profondità di senso.
Il Festival Fotografico Europeo entra nel vivo, due mostre ospitate presso i nostri spazi di via Costa: i ragazzi dell'Istituto Italiano di Fotografia con una mostra curata da Roberto Mutti e i ragazzi dell'Artistico Candiani di Busto Arsizio. Fino al 23 aprile, aperture da giovedì a domenica dalle 16 alle 19. Ingresso Libero ed accesso facilitato per disabili. Chiusi il 15 e 16 aprile. Invitiamo a venirci a trovare facendo sempre attenzione agli orari e i giorni di apertura onde evitare spiacevoli disguidi,
Luca Scarabelli alla Fondazione. La mostra verrà riconfigurata in occasione della live performance Untitled Noise. 11 marzo ore 18:30
Con la mostra personale di Giovanni Mancin, nel segno della Materia, la Fondazione Bandera vi augura Buone Feste. La mostra è visitabile fino al 29 gennaio 2017, dal giovedì a domenica ore 16-19 Per le festività natalizie osserveremo i seguenti giorni di chiusura: 23-24-25-26 dicembre 31 dicembre 1 e 6 gennaio.
In occasione della XII GIORNATA DEL CONTEMPORANEO promossa da AMACI (Associazione dei Musei D'Arte contemparanea italiani) la Fondazione Bandera per l'Arte inaugura sabato 15 ottobre la mostra Irene Pessino Matteo Pizzolante Interstizi in programma dal 16 ottobre al 13 novembre 2016. La mostra è inserita nella rassegna Smelting Works, progetto ideato da Cristina Moregola per la Fondazione Bandera con l’intento di creare processi culturali capaci di attivare occasioni di dialogo tra i linguaggi dell’arte contemporanea mettendo a confronto artisti emergenti delle ultime generazioni presenti sullo scenario artistico nazionale e internazionale. Gli artisti chiamati a confrontarsi nella mostra che avvia la nuova stagione espositiva 2016 - 2017 della Fondazione Bandera, dialogano attraverso linguaggi e tecniche artistiche molto differenti; grafico e fotografico il lavoro di Irene Pessino, scultoreo - installativo quello di Matteo Pizzolante. Ai pannelli di grandi dimensioni realizzati da Irene Pessino in carta di riso su cui appare una sorta di scrittura segnica che rimanda alla tradizione calligrafica orientale si affiancano fotografie e di disegni eseguiti di giorno in giorno dall’artista durante la sua permanenza per lavoro in un rifugio di alta montagna. Una sorta di diario intimo in cui viene regolarmente annotato il rapporto con l’ambiente e con la natura. La ricerca di Matteo Pizzolante , tra nuove sperimentazioni scultoree e l’utilizzo di diverse tipologie di mezzi e materiali, restituisce lo sguardo sulla contemporaneità, considerando fonti espressive come l’illustrazione fumettistica di Moebius e Vittorio Giardino. Dal loro nitore segnico e formale prendono l’avvio l’ultima serie di sculture-installazioni “Silicone landscape” in cui l’artista, combina ricreando morfologie vegetali ma anche oggettuali, surreali, composte, irriverenti, pronte a comunicare l’idea di permanenza del reale, ma anche la sua fragilità.
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Inaugura sabato 21 maggio alle ore 18.00 la seconda tappa di Smelting Works, progetto ideato da Cristina Moregola per la Fondazione Bandera con l’intento di creare processi culturali capaci di attivare occasioni di dialogo fra i linguaggi dell’arte contemporanea mettendo a confronto artisti emergenti delle ultime generazioni presenti sullo scenario artistico nazionale e internazionale e fra questi e il pubblico. Nell’ottica di rendere sempre più evidente la circolarità dei processi artistici e culturali, per la seconda mostra del progetto Smelting works, sono stati chiamati a presentare le loro opere Daniela Lorenzi e Cristian Boffelli. I due artisti, il cui lavoro si svolge principalmente tra Italia, Brasile e Giappone, hanno saputo creare nel corso di anni non solo una stretta collaborazione l’uno con l’altro ma, soprattutto, una serie di situazioni artistiche generate di volta in volta dai luoghi e dalle persone e dai conseguenti nuovi progetti nati dalle situazioni vissute e in continuo divenire. Il titolo Athanor, termine di derivazione greca utilizzato in alchimia per designare il forno in cui avviene la combustione che purifica i metalli ma, in realtà metafora dello spirito umano dove avvengono le trasformazioni, è un riferimento ai luoghi nei quali, attraverso modalità di lavoro sovrapposto, accadono di volta in volta nuove sperimentazioni, contaminazioni, mutazioni di pensieri e linguaggi artistici. Daniela Lorenzi si dedica da vent’anni alla realizzazione di progetti di ricerca nel campo della stampa originale d’arte con la produzione di edizioni a tiratura limitata, libri d’artista e progetti dove le tecniche tradizionali sono affiancate alle nuove tecnologie digitali. All’interno di tale percorso professionale nascono le molteplici collaborazioni con artisti con i quali, di volta in volta, viene avviato un percorso di ricerca che non si interrompe con la realizzazione del lavoro ma continua nel tempo sotto forma di citazione, memoria, rielaborazione. Le opere presentate in mostra da Daniela Lorenzi emanano direttamente dal suo percorso professionale. O, per meglio dire, sono il suo lavoro e il lavoro di artisti contemporanei e insieme sono le relazioni che si sono venute a creare tra i loro reciproci vissuti e con le opere realizzate nell’Atelier ma anche al di fuori di esso. Atelier inteso come luogo di accadimento della ricerca artistica e dei meccanismi processuali legati alle tecniche; come luogo di riflessione, di confronto, di relazione e come esperienza trasferibile, trasportabile in altri luoghi. Un luogo come contenitore dove tutto ciò che avviene trasforma, muta e si rinnova, anche il luogo stesso. Dalla riflessione sul luogo, sulla sua centralità e sui processi di trasformazione da esso indotti e dai quali è a sua volta trasformato, proviene il progetto delle casse Ax caixas intese come luoghi in transito ma anche come luoghi di transito. Contenitori di luoghi quindi ma anche di esperienze, di oggetti e di relazioni che scorrono ma che trovano anche la possibilità di essere archiviate e poi riprese e rielaborate. La cassa presente in mostra, denominata Cassa della luna contiene così diversi oggetti/progetti/processi che diventano attivatori di nuove possibili situazioni e relazioni. Accanto a questo progetto la serie Omenhagem, un lavoro di natura fotografica pensato come documentazione di associazioni visive nate dal confronto con il lavoro di artisti contemporanei e Citazioni un lavoro ludico risultante dal confronto con opere di artisti donate all’autore e che lavora contemporaneamente sul piano estetico e su quello della rielaborazione e ri - contestualizzazione personale. Ad affiancare questi lavori nella mostra Athanor, le opere di Cristian Boffelli, artista le cui ricerche si sono spesso incrociate e sovrapposte con quelle di Daniela Lorenzi. Molti i lavori che i due artisti hanno realizzato insieme dando vita a una narrazione circolare attraverso oggetti, immagini, situazioni e contaminazioni continuamente mutevoli e, tra questi, le incisioni delle Figure esposte in mostra. Nelle xilografie e incisioni a punta secca prevale una figurazione non sempre esattamente riconducibile a una forma nota. Uomini e animali, alterati nelle loro proporzioni e nella loro riconoscibilità, sembrano appartenere a un’era primordiale e si manifestano come rappresentazione di un reale, così come di un mondo interiore, sconosciuti e ancora da esplorare. Le figure di Boffelli, la cui presenza è assicurata da un tratto forte e deciso, sembrano essere abitanti di zone di confine fra reale e irreale, fra noto e ignoto. Luoghi da percorrere, da esplorare dilatandone le possibilità conoscitive.
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Lo scopo di questa nuova esposizione è di indagare e cogliere le relazioni tra scultura e fotografia nell’ambito della produzione artistica contemporanea chiamando a dialogare Umberto Corni, fotografo e video artista con esperienze di lavoro a Berlino e Panama e Attilio Tono, scultore, oltre che docente dal 2004 di Tecnologie dei Materiali presso la NABA di Milano e dal 2006 di Tecniche della Scultura all’Accademia Aldo Galli -IED di Como, con studio a Milano e Berlino. Il percorso espositivo mette a confronto le immagini delle architetture di Corni, rese particolarmente plastiche dalle scelte stilistiche e compositive - l’uso di un bianco e nero denso e materico, i coraggiosi tagli delle inquadrature, l’ interessante lavoro di postproduzione - con le sculture di marmo e cera di Tono, opere nelle quali la solidità della struttura e l’ apparente immobilità risultano compromesse dall’utilizzo di un materiale che, come la cera, subisce modificazioni legate alle condizioni climatiche dell’ambiente nel quale si viene a trovare e al trascorrere del tempo.