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SEČOVLJE 40b, 6333 SEČOVLJE - SICCIOLE, Slovenia, Izola, Slovenia
Consulting Agency

Description

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Company representation and advice for the European market and third countries.
Product Selector for Metro Group
Società di rappresentanza e Consulenza per il mercato Europeo  Paesi Terzi
Selezionatore di prodotti per Metro Group Internazional The Po.Za.Vas d.o.o. is a company founded in 2008 with headquarters in Secovlje -Sicciole- Pirano (Slo)
From 2015 Official Product Selector for Metro Group International
The company offers a specialized service of representation and commercial brokerage in Food and Non Food industry sector to all those companies who want to position their products in the emerging markets or who want to be structured in the same with its own sales / marketing network.
It is divided into two sectors:
Food Food: with key Brand Slovenes and Italians
Non Food: Cosmetics Brand with own or Exclusive
The figures present in their offices or branches abroad (Italy) are broken down by skills and know-how specific.The themselves have accumulated experiences, knowledge and skills by establishing relationships with key industry figures on the reference markets
E 'organized its own marketing office which deals with the image of the products and of all legal statements that require the various markets.
Internal structure:
1 Director
2 Sales Customer Service
1 Administrative
1 Sales Marketing
4 Sales Executive
20 Sales agents

Languages spoken: Italian / Slovenian / Croatian / Serbian-Croatian / English / French / German


Sales channels:
Gdo / Do
wholesalers
HoReCa
Specialists: Pharmacies, Pharafarmacie, Herbalists, Spa, Beauty Centres
Operation of markets:
EU: Italy, Germany, Austria, Slovenia, Croatia, Poland, Ireland
Balkan markets: Serbia, Montenegro, Macedonia

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DOP & IGP liberi tutti.... La Corte di giustizia Ue emette una sentenza rivoluzionaria. Che va contro i veti dei consorzi sull’utilizzo dei nomi di denominazioni d’origine o indicazioni geografiche Su Dop e Igp sarà presto “liberi tutti”? Secondo quanto ha sentenziato la Corte di giustizia dell’Unione Europea lo scorso 20 dicembre, i presupposti ci sarebbero. L’organo comunitario, chiamato dalla Corte federale di giustizia tedesca a dirimere un contenzioso in cui erano opposti il retailer Aldi Süd e il Comité Interprofessionnel di Vin de Champagne, ente che tutela l’eccellenza francese, ha infatti emesso una sentenza rivoluziona ria. Che, di fatto, renderebbe indi pendente, dal nulla osta di consorzi o da quanto scritto nei disciplinari, l’utilizzo dei nomi delle denominazioni da parte delle aziende produttrici. Con la causa C 393/16, infatti, il Comité Interprofessionnel di Vin de Champagne aveva conte stato ad Aldi Süd lo sfruttamento della Dop Champagne nel nome di un prodotto surgelato distribuito dall’insegna. Si trattava del “Champagne Sorbet”, referenza posta in vendita dal retailer nel 2012 e tra i cui ingredienti principali figurava, per il 12%, proprio il noto vino francese. Dopo un lungo iter, la Corte di giustizia dell’Unione Europea ha dato ragione ad Aldi, sulla base di un principio basilare: il nome della referenza posta in vendita non sfrutta la notorietà della denominazione transalpina, dal momento che la quantità d’ingrediente presente all’interno del prodotto, conforme al disciplinare, è stata considerata sufficiente per caratterizzarlo. Di conseguenza, il consumatore finale non viene ingannato sulla natura reale di quanto acquistato. In poche parole: il sorbetto era realizzato con Champagne, aveva il gusto di Champagne e non arrecava danno alcuno né all’immagine della Doc, né alle Maison produttrici. Cosa significa tutto questo? Primo, è fornita un’interpretazione rispetto all’Art. 118 quater del Regolamento (CE) n. 1234/2007, cui si fa riferimento in tema di protezione di nomi in quanto denominazioni di origine o indicazioni geografiche. E si evidenzia come la finalità ultima sia quella della garanzia per il consumatore: dunque, verificare che i prodotti che fanno rimando a una Dop o Igp presentino le caratteristiche e la qualità riconosciute alla stessa per via della provenienza geografica. Secondo, ma non meno importante, la sentenza di fatto potrebbe “liberalizzare” l’utilizzo dei nomi delle denominazioni. Facciamo qualche esempio. Con la sentenza del 20 dicembre scorso, il produttore di un dolce da forno, come può essere un panettone, realizzato con una dose adeguata di Prosecco, potrebbe presentare al consumatore la propria referenza chiamandola “Panettone al Prosecco”. Oppure, il produttore di pasta ripiena o di gelato potrebbe utilizzare, in totale autonomia, il nome di un qualsiasi formaggio Dop per indicare la referenza che propone al pubblico, se l’ingrediente citato la caratterizza. Il che potrebbe valere proprio per tutte le denominazioni di origine o indicazioni geografiche, nei diversi settori: dall’orto frutta ai salumi, e via dicendo. Con un nota bene: già oggi esistono consorzi che consentono liberamente l’utilizzo del nome di Dop e Igp da parte delle aziende che realizzano prodotti contenenti l’ingrediente protetto. Quel che potrebbe cambiare, ora, è che i produttori i quali, è bene ripeterlo, sono chiamati a non ingannare in alcun modo il consumatore finale potranno procedere in totale autonomia. Vedremo se sarà proprio così.

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Bruxelles (Belgio) – È entrato ufficialmente in vigore il 1° gennaio 2018 il nuovo regolamento europeo sui cosiddetti ‘novel foods’, i ‘nuovi alimenti’. Sono considerati tali quegli alimenti per i quali non è dimostrabile un consumo “significativo” all’interno dell’Unione Europea al 15 maggio 1997. Per la prima volta, il via libera alla commercializzazione di questi alimenti sarà centralizzato. Le richieste perverranno infatti direttamente alla Commissione europea, senza il bisogno dell’approvazione dei singoli stati membri. Tra i più famosi ‘novel foods’ che faranno il loro ingresso ufficiale in Europa ci sono, senza dubbio, i prodotti a base di insetti, ma anche alghe e carne sintetica.

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Se riesci ad immaginarla…puoi averla. Pensa intensamente ad una pasta, la immagini tradizionale ,di colore giallo paglierino, fatta con uova fresche, grano selezionato…ora aggiungici il profumo tipico di un prodotto fatto come una volta, il sapore di casa…sapienti mani che impastano , una lenta essicatura…lascia correre la fantasia…solo così nascono i ...“ Fuzi ” di Klara Maric….

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Vedere all'opera gli artigiani che lavorano, con tanta passione, nella fabbrica Romanengo fa capire che la parola "conservatore" non è sempre sinonimo di negatività. La capacità di tramandare, di generazione in generazione, una passione come quella manifestata dalla famiglia Romanengo è qualcosa da prendere ad esempio quando si parla di artigianato di qualità.

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Riflessione…oggi per avere successo bisogna investire continuamente in immagine, cose o sulle persone, abbracciare dei rischi senza tenere conto della situazione economica …bisogna fare in modo che gli altri riescano a vedere le cose nel modo in cui le vedi tu….un percorso impegnativo, non per tutti…

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Nella Storia......Sardoni salati Sardoni pescati con la Lampara, sviscerati, con o senza testa e messi a stagionare con l’ausilio del sale. Territorio interessato alla produzione: Nella Provincia di Trieste i Comuni di Muggia, Trieste e Duino Aurisina,in Provincia di Gorizia i Comuni di Monfalcone, Staranzano e Grado e in tutta l'Istria Descrizione delle metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura Per la preparazione dei sardoni soto sal vengono utilizzati quale materia prima i sardoni “barcolani” a pasta bianca pescati nelle acque del Golfo di Trieste per mezzo delle saccaleve ( lampare). I sardoni da utilizzare per la salatura devono essere freschissimi. Il sardon soto sal è un prodotto tipico delle aree costiere regionali di Trieste e dell’isontino, attuato da tempi lontani, quando le tecniche di conservazione non erano ancora sviluppate. Durante la stagione estiva di pesca, molto più abbondante rispetto agli altri mesi, l’imponente mole di pescato non riusciva a trovare un completo sbocco commerciale e le specie ittiche in eccesso dovevano essere, obbligatoriamente, trasformate. La tecnica di conservazione allora utilizzata era la salagione, che permetteva alle genti costiero-lagunari, di prolungarne il periodo di mantenimento e usufruire nei mesi critici invernali, di una componente alimentare accessoria, ricca di proteine da affiancare ai piatti tipici, quali la polenta. Una parte del prodotto così conservato veniva pure commercializzata, creando una fonte di reddito importante per le povere economie del settore della pesca. Nei tempi moderni, causa le abitudini alimentari radicalmente cambiate, questo tipo di tradizione si è quasi estinta; gli unici esempi della salagione dei sardoni si trovano, in alcune zone, soltanto a livello artigianale e famigliare.

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Milano – Fa discutere l’ultima iniziativa di Auchan. La catena francese ha deciso di apporre un bollino blu sugli scaffali per segnalare i prodotti da privilegiare negli acquisti. Una scelta che richiama quella dell’etichetta a semaforo in vigore nel Regno Unito, che ha portato a una serie di polemiche perché penalizza diverse eccellenze made in Italy come il parmigiano reggiano, il prosciutto di Parma e l’olio extra vergine d’oliva. La scelta di apporre il bollino, come riporta l’Adnkronos, sarebbe stata effettuata “in base a una selezione di un sedicente comitato di esperti”. Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare, dichiara: “Siamo sinceramente allarmati dall’irresponsabile tendenza di alcune catene di distribuzione e aziende multinazionali di scegliere in totale autonomia, secondo regole non condivise, sistemi di valutazione dei prodotti alimentari”. Prende posizione anche Giorgio Calabrese, presidente del Comitato nazionale per la sicurezza alimentare del ministero della Salute: “Sono rimasto esterrefatto. La selezione di Auchan orienta i consumatori verso i prodotti con il bollino blu escludendo molti prodotti della dieta mediterranea, ma sulla base di cosa? Perché non chiedono il parere dei nutrizionisti clinici?”. Questa la replica di Auchan: “La selezione non ha l’obiettivo di discriminarne alcuni, quanto piuttosto quello di evidenziare, all’interno delle singole categorie, quelli che risultano avere il miglior equilibrio nutrizionale. Tale valutazione avviene in base a un algoritmo scientifico che utilizza le informazioni contenute nelle etichette, partendo da una selezione convalidata da un collegio di esperti nazionali ed internazionali”, spiega Carlo Delmenico, responsabilità sociale d’impresa, programma benessere di Auchan Retail Italia.

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Sempre primi.....le tradizioni insegnano. ...

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Bonduelle: “Non c’era mandragora negli spinaci surgelati” Milano – Non c’era traccia di mandragora negli spinaci Bonduelle surgelati, ritirati dal mercato in via precauzionale dopo che lo scorso 30 settembre una famiglia del milanese era stata ricoverata per intossicazione alimentare. “Gli esiti delle analisi effettuate dall’Ats Milano sui lotti di spinaci millefoglie Bonduelle surgelati richiamati, come misura precauzionale, nei giorni scorsi sono negativi: non rivelano la presenza di sostanze anticolinergiche responsabili della sospetta intossicazione da mandragora”, sottolinea l’azienda in un comunicato. Soddisfazione è stata espressa anche da Gianfranco D’Amico, amministratore delegato di Bonduelle Italia, che ha sottolineato come la sicurezza sia per l’azienda una “priorità assoluta, che garantiamo continuamente grazie a controlli effettuati su tutta la filiera”

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Baccalà Mantecato o Crema di Stoccafisso….ricetta tradizionale veneziana…da oltre quattro secoli,conosciuta con alcune piccole varianti da Venezia ,al Veneto, nelle località della costa Friulana e Giuliana e financo in Istria e nelle isole del Quarnaro e poi giù lungo la costa della Dalmazia … delizia dei palati …preparato in totale purezza o bollito con due cucchiai di latte, senza nessun ingrediente che non sia l’olio extra vergine d’oliva……

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